mercoledì 31 agosto 2011

E ORA? CIALTRONI DI GOVERNO E NAPOLITANO LATITANTE

Ricapitolando. A inizio agosto sembrava che da un momento all’altro l’Italia stesse fallendo come la Grecia, con gli indici di borsa in picchiata (chi non arriva a fine mese o ci arriva mettendosi 200 euro da parte, non ha idea di cosa siano gli indici di borsa, la speculazione, i titolo di stato).

E siccome la borsa andava male e l’Europa ci richiamava e gli economisti strillavano prevedendo l’Armageddon finanziario e i politici si strappavano le vesti e quelli del centrodestra parlavano come se negli ultimi dieci anni avesse governato Tiziano Ferro e il Pd faceva la voce responsabile e Di Pietro anche e Napolitano invitava a “convergere”, ecco finalmente partorita una manovra che faceva “grondare sangue” il cuore di Berlusconi (unica cosa positiva).
Mentre mezza Italia era in ferie (l’altra mezza non se lo può permettere da un po’ di tempo), gli sciamani di governo immaginavano ogni tipo di taglio possibile ai danni dei soliti noti, lasciando indenne come sempre un’altra metà d’Italia: quella che non paga le tasse e ruba due volte perché non contribuisce e perché riceve agevolazioni che non gli spettano, lasciando fuori chi ne ha davvero bisogno.

Insomma, il teatrino va avanti per settimane: la Lega ne spara di ogni (”vendiamo Palermo agli sceicchi”), il Pdl anche (”vendiamo Palermo agli sceicchi, prendiamo i soldi e poi ci teniamo lo stesso Palermo”), Berlusconi organizza ancora i bunga-bunga (non è una battuta), il Pd propone una contro-manovra dal contenuto talmente oscuro che in confronto la foresta di Sherwood in notturna è un luogo accogliente, la Cgil si ricorda di essere la Cgil e indice lo sciopero. Nel frattempo i giornali erano pieni dei prospetti informativi riguardanti la manovra. Ma poi si viene a scoprire che era tutto sulla carta, che le decisioni finali l’avrebbero prese un noto imprenditore che ha prestato la politica alle sue imprese e un altro tizio in cannottiera che ormai si esprime solo con grugni e raffiche di “stronzo”, “vaffanculo” e dito medio alzato. Siamo messi bene.

I due dopo un incontro di sette ore alla fine partoriscono una enorme…, come dire, avete capito. Roba incostituzionale, cambiare le carte in tavola a chi ha pagato allo Stato bei soldoni per riscattare gli anni della laurea e andare in pensione. Lo capiva un ragazzino di terza media, e infatti ci è arrivato anche il fine pensatore Maurizio Sacconi. Quindi la manovra “equa” (Berlusconi docet) era anche quella carta straccia.
E ora? La bella domanda è questa. Ma in tutta questa grande confusione, dove tutti hanno una credibilità pari a zero, dove la cialtroneria raggiunge livelli che neanche un film di Verdone riuscirebbe a descrivere mai… Il dispensatore di moniti e di inviti alla coesione che fine ha fatto? E’ rimasto a Stromboli?

PS. Scajola è un mito, regala sempre un sorriso a chi ne ha bisogno. Nel bel mezzo dello scandalo di mesi fa aveva detto che vendeva la casa che gli avevano comprato “a sua insaputa”. E invece si è scoperto che non ha messo in vendita propria nulla. Al che lui ha risposto, con l’espressione seria alla Charles De Gaulle: “Ma ci andavo solo a dormire…”. Però pare che la pipì la andasse a fare dalla signora di fronte.

Matteo Pucciarelli,
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it

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